Cessione del Quinto dipendenti ASL

Le problematiche relative all’ottenimento di un prestito sono oggi all’ordine del giorno.
La crisi finanziaria e il suo prolungarsi ha acuito le difficoltà economiche delle famiglie e causato la perdita di numerosi posti di lavoro, generando una situazione di instabilità generalizzata e privando molte persone della principale garanzia per poter avere un prestito da società finanziarie e istituti di credito: la busta paga.

Inoltre vi è un’ampia fascia di popolazione che, pur avendo un posto di lavoro “fisso” con regolare busta paga, ha dovuto sostenere delle spese impreviste che ha portato alla necessità di indebitarsi.
Qualora questi debiti non siano poi stati ripagati nei termini previsti, o non siano stati pagati affatto, i debitori sono stati iscritti presso la Centrale dei Rischi come cattivi pagatori, causando maggiori difficoltà nel prendere a prestito dei soldi. E qualora si riesca ad accedere al credito, i tassi richiesti sono molto alti.
I dipendenti pubblici, ed in particolare i dipendenti delle ASL, possono tuttavia godere di numerosi vantaggi. In primis quello dato dall’impiego nel settore pubblico, considerato ancora oggi un’eccellente garanzia di pagamento da parte di banche e società finanziarie.

A fronte di un mercato del lavoro in continuo mutamento, con il graduale abbandono della vecchia concezione di lavoro a tempo indeterminato, il posto di lavoro nella pubblica amministrazione rappresenta quanto più si avvicina all’impiego “garantito”.

Inoltre i lavoratori delle ASL possono godere di numerose convenzioni che le stesse ASL stipulano con gli istituti di credito per garantire l’erogazione di prestiti a tassi e condizioni vantaggiose ai loro dipendenti.

Cos’è la cessione del quinto

Una delle modalità più diffuse è il prestito dietro la cessione del quinto dello stipendio. Tale percentuale è stabilita come una soglia sufficiente a garantire una vita dignitosa al debitore.

Lo strumento ha numerosi vantaggi:

  • per il creditore, che ogni mese si vede erogare il pagamento del suddetto quinto mediante una trattenuta dallo stipendio da parte del datore di lavoro, che agisce quindi come intermediario;
  • per il debitore, che non deve far fronte all’organizzazione dei bollettini di pagamento o alle scadenze dei pagamenti, ed è consapevole di non poter disporre della somma rappresentata dal quinto del suo stipendio per tutta la durata del piano di ammortamento.

Bisogna considerare che la cessione del quinto rientra nella categoria dei prestiti personali, per cui l’ottenimento del prestito non è in alcun modo subordinato alla presentazione di giustificativi di spesa.

In sostanza il debitore può utilizzare quei soldi come meglio crede. Questa caratteristica ne fa uno strumento flessibile, in grado di essere utilizzato per far fronte alle improvvise esigenze di liquidità, per l’acquisto della macchina, per andare in vacanza, per il sostenimento di spese odontoiatriche e così via.

Come detto, le rate sono costanti così come il tasso di interesse. La particolare struttura della cessione del quinto fa si che esso venga concesso anche a soggetti con un “curriculum creditizio” non impeccabile, come a cattivi pagatori o individui che hanno subito dei pignoramenti.

L’importo che può essere richiesto varia ovviamente in base alla retribuzione del richiedente, ma anche alla sua anzianità retributiva: chi lavora da più tempo presso la ASL sarà quindi avvantaggiato in termini di importo erogabile, a parità di retribuzione. E’ richiesta anche un’anzianità minima, pari a 4 mesi di servizio.

Le caratteristiche tecniche della cessione del quinto ASL

Per richiedere un prestito con la cessione del quinto è sufficiente presentare all’ente erogante:

  • l’ultima busta paga;
  • il certificato di stipendio, fornito dalla ASL, che riporta la data di entrata in servizio, la retribuzione lorda e netta e l’ammontare del TFS (Trattamento di Fine Servizio, l’equivalente del TFR per i dipendenti privati) maturato;
  • il benestare della ASL, che si impegna in tal modo ad effettuare i pagamenti in ruolo del dipendente-debitore.

A seguito della presentazione di questi documenti, l’ente finanziatore notificherà alla ASL il contratto di finanziamento.
A differenza degli altri prestiti, in cui in base all’importo richiesto si determina la rata e la durata del piano di pagamento, nella cessione del quinto il punto di partenza è rappresentato dalla rata, determinata appunto in base all’ammontare del quinto dello stipendio (al netto delle ritenute). In considerazione delle altre variabili, quali il tasso di interesse applicato e le spese accessorie, si determinano importo erogabile e durata.
Gli elementi di questo contratto sono quindi:

  • tasso annuo nominale (TAN), rappresentativo dal tasso di interesse su base annua;
  • le spese di istruttoria (si pagano all’inizio del finanziamento);
  • le spese bancarie;
  • il tasso annuo effettivo globale (TAEG), dato dal TAN più le altre spese, rappresenta il costo effettivo annuale del piano.

Vi sono inoltre da considerare le spese assicurative, che alcune banche possono NON inserire all’interno del TAEG.
E’ infatti previsto che il contraente stipuli un’assicurazione contro il rischio di perdita del posto di lavoro e di premorienza (decesso prima della restituzione delle somme), a tutela di chi eroga il prestito, che qualora si manifestasse uno di questi due eventi rischierebbe di non riavere le somme pattuite (sicuramente non le riavrebbe in caso di decesso, perché non c’è possibilità di rivalsa sugli eredi).

Principali finanziatori

Fra i finanziatori pubblici, il fondo ex INPDAP gestito dall’INPS svolge il ruolo più importante nella concessione di prestiti dietro cessione del quinto ai dipendenti ASL, che possono usufruire di condizioni economiche molto vantaggiose e finanziamenti a tasso agevolato rispetto a quelli medi di mercato per la stessa tipologia di prestiti. Il TAN applicato dall’INPDAP è di poco superiore al 4% annuo,mentre il TAEG parte dall’8,9%. La durata va da 12 a 120 mesi, ovviamente a seconda dell’importo richiesto.
La pratica è molto snella, e la domanda va presentata all’INPS.
La stessa INPS Gestione Dipendenti Pubblici (ex INPDAP) ha in vigore una convenzione con società finanziarie e istituti di credito; tale convenzione è in realtà scaduta il 30 giugno 2011, ma è ancora in vigore in attesa che venga firmata quella nuova. In tal caso la domanda va presentata direttamente alla società cui si va a richiedere il prestito, che verifica i requisiti, predispone la pratica ed eventualmente procede all’erogazione delle somme richieste, informando l’ente datore di lavoro che dovrà effettuare la trattenuta mensile.
In virtù di questa convenzione, i dipendenti ASL possono usufruire di un TAEG massimo che va dal 12,16%, per i finanziamenti con durata annuale, al 8,93% nel caso di una durata di 60 mesi. Per durate maggiori il TAEG è sempre sopra il 9% ma non va mai oltre il 10,2% (è il caso della durata di 84 mesi). Fra le società convenzionate vi sono Prestitalia spa, Compass, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare e Poste Italiane, per citare le più note.